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Vita > Personaggi > Piero Dini

Piero Dini

?-1625

Originario di Firenze, Piero Dini fu avviato alla carriera ecclesiastica dallo zio, il cardinale Ottavio Bandini. Fin da giovane partecipò attivamente alla vita culturale fiorentina come membro dell'Accademia della Crusca e console, nel 1605, dell'Accademia Fiorentina. Presto raggiunse a Roma lo zio, che gli aveva preparato la strada per una brillante carriera. A questi anni risale l'amicizia con Galileo. Nel 1611, nella vigna sul Quirinale del cardinale Ottavio Bandini, suo zio, assisté assieme ad altri alle pubbliche osservazioni telescopiche di Galileo. Tra il 1611 e il 1615 i due furono legati da un intenso carteggio. In seguito alle accuse del domenicano Niccolò Lorini (1544-p. 1617) circa la Lettera a Benedetto Castelli, Galileo si rivolse all'amico perché difendesse la sua ortodossia religiosa presso il cardinale Bellarmino (1542-1621) e il padre gesuita Grienberger (1561-1636), pregandolo di far circolare la "vera" versione della Lettera. A Roma, infatti, erano giunte copie dello scritto che potevano mettere in cattiva luce Galileo, per via di certe posizioni poco ortodosse per la teologia ufficiale. Non è chiaro se la seconda versione, inviata dallo scienziato a Dini, fosse stata edulcorata dall'autore o se la prima fosse stata manipolata da qualche avversario con l'intento preciso di nuocergli. Nonostante gli amici lo invitassero a non riaprire la questione sulla conciliazione tra sistema copernicano e Sacre Scritture, il 16 febbraio e il 23 marzo del 1615 Galileo scrisse due importanti lettere a monsignor Dini, nelle quali affrontava nuovamente l'argomento. Oltre a ribadire che la dottrina di Copernico (1473-1543) andava considerata non solo come pura ipotesi matematica, ma come verità fisica, esponeva un'articolata spiegazione di alcuni passi biblici, per lui solo apparentemente contrari all'eliocentrismo.

La vicenda legata alle cosiddette Lettere copernicane sfociò nel processo del 1616, con il quale venne sospeso il De revolutionibus (Norimberga, 1543) di Copernico e in seguito al quale Galileo venne ammonito. I suoi rapporti col prelato fiorentino andarono via via affievolendosi. Nel 1621 Dini divenne arcivescovo di Fermo, dove morì, ancora giovane, quattro anni dopo.