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Galileo Galilei - Philip Glass

Il compositore Philip Glass e la regista Mary Zimmerman, con la collaborazione di Arnold Weinstein per il libretto, realizzano l'opera lirica Galileo Galilei che debutta al Goodman Theater di Chicago nel giugno del 2002 ed è subito riproposta per l'apertura a New York della ventesima stagione di quel Next Wave Festival che lo stesso Glass aveva inaugurato nella sua prima edizione.

L'opera ha una durata di circa un'ora e mezzo ed è strutturata in otto scene, più un epilogo, che si concatenano in un percorso all'indietro: Galileo viene inizialmente mostrato come un celebre e celebrato scienziato che riflette in modo critico su alcune delle sue scelte, poi, retrocedendo, si vede l'abiura della dottrina copernicana, il processo al tribunale dell'Inquisizione, una scena in cui viene riproposto un pezzo dal Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo, i primi tentativi come sperimentatore e, ancora più lontano nel tempo, lo si ritrova bambino mentre assiste a una delle esecuzioni musicali del padre, Vincenzo Galilei, e utilizza il programma della serata come se fosse un telescopio. Le scene di Dan Ostling e i costumi di Mara Blumenfeld contribuiscono a rievocare un ambiente rinascimentale attraverso architetture e vestiti.

L'opera è calata in un'atmosfera gioiosa e ottimistica. Sembra infatti che la Zimmermann e Glass non siano particolarmente interessati alle ambiguità di ordine morale nella vita di Galileo, ma piuttosto all'abilità dello scienziato nello svelare i segreti del cielo e al suo piacere per la ricerca scientifica.

Quanto alle ragioni della scelta di fare un'opera su Galileo, Philip Glass ha dichiarato: "Galileo è il personaggio che mi ha accompagnato in un modo o nell'altro per tutta la vita. Quando ero un ragazzo, mi divertivo a riprodurre i suoi esperimenti, e il suo dramma personale mi ha offerto molti momenti di riflessione. E poi oggi è estremamente attuale: le scoperte scientifiche, basti pensare alla clonazione, coinvolgono scelte morali, quindi aprono di nuovo la strada all'intervento delle autorità religiose. Inoltre mi ha sempre impressionato pensare che Galileo ha concluso la sua esperienza sulla terra da cieco. Il che di sicuro lo ha indotto ripetutamente a ripercorrere le varie fasi della sua vita".

Aggiunge inoltre Glass rispetto a questa sua creazione: "E' un'opera molto lirica, non ideologica o politica come il lavoro di Bertolt Brecht. Emerge tutto il dramma personale del primo scienziato moderno che accetta di osservare il mondo e di trainare la scienza da un ambito puramente teorico a quello pratico".