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Orazio Grassi

ca. 1590-1654

Nato a Savona nel 1590, Orazio Grassi entrò a diciotto anni nella Compagnia di Gesù, divenendo presto professore di matematica, prima a Genova e poi a Roma. Il Grassi fu anche architetto (a lui si deve il progetto della chiesa di Sant'Ignazio adiacente al Collegio Romano) ma la sua fama è legata principalmente alla disputa sulle comete che lo oppose a Galileo. Nel 1618 l'apparizione di tre comete suscitò grande interesse nel mondo scientifico e Grassi fu incaricato dai propri confratelli di tenere una pubblica trattazione presso il Collegio Romano, che fu poi data alle stampe con il titolo De tribus cometis anni mdcxviii disputatio astronomica (Roma, 1619). Sollecitato da più parti Galileo fu invitato a esprimersi su questo fenomeno celeste, che però, a causa di un periodo di malattia, non aveva potuto osservare a lungo. Lo scienziato pisano affidò a Mario Guiducci (1584-1646), un suo discepolo, le proprie considerazioni e nel 1619 fu dato alle stampe il Discorso delle comete (Firenze, 1619): si innescò così la querelle che porterà alla stesura del Saggiatore (Roma, 1623). Orazio Grassi, infatti, sotto lo pseudonimo di Lotario Sarsi, scrisse una risposta al Discorso, dal titolo Libra astronomica ac philosophica (Perugia, 1619), polemizzando direttamente con Galileo e mettendo da parte Guiducci. Tra le accuse mosse dal gesuita vi era, tra l'altro, quella secondo cui la spiegazione del fenomeno nel Discorso delle comete presupponeva una manifesta adesione al sistema copernicano, che da alcuni anni era stato messo al bando. Galileo rispose alla Libra scrivendo quello che è considerato uno dei suoi capolavori: il Saggiatore (Roma, 1623). Nel 1626 il Grassi, che nel frattempo aveva preso a frequentare il Guiducci e mostrava di aver abbassato i toni della polemica, pubblicò la Ratio ponderum librae et simbellae, in qua quid e Lotharii Sarsii 'Libra astronomica' quidque e Galilei Galilei Simbellatore de cometis statuendum sit, collatis vtriusque rationum momentis, philosophorum arbitrio proponitur (Parigi, 1626). Galileo vi era attaccato non solo in merito alle comete, ma anche sul piano teologico dottrinale per alcune affermazioni sulle qualità primarie e secondarie dei corpi e sulla struttura crepuscolare della materia. Preferì comunque non rispondere, lasciando che il contrasto si affievolisse col tempo. Negli anni dolorosi del processo Orazio Grassi non mostrò acredine nei confronti di Galileo, anche se la polemica che li aveva visti coinvolti aveva senza dubbio contribuito a porlo in cattiva luce presso i Gesuiti.