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Christoph Scheiner

1573-1650

Nato a Wald nel 1573, Christoph Scheiner entrò nella Compagnia di Gesù nel 1595. Nel 1601 si trasferì per studiare filosofia a Inglostadt, dove nel 1610 fu nominato professore di matematica e lingua ebraica.

Con tre lettere indirizzate al banchiere e linceo Mark Welser (1558-1614), sotto lo pseudonimo di Apelles latens post tabulam (“Apelle che si nasconde dietro la tela”, con riferimento alla leggenda secondo cui il pittore greco Apelle, coprendosi dietro i suoi quadri, ascoltava le critiche che gli venivano rivolte), il gesuita dava notizia, alla fine del 1611, di aver osservato delle macchie in prossimità del sole. Circa un anno prima lo stesso fenomeno era stato osservato da Galileo, che però aveva preferito non trattare pubblicamente una questione che non aveva avuto modo di approfondire. Le insistenze del Welser lo indussero a rispondere con altrettante lettere sempre indirizzate a lui che confluirono in seguito nell’Istoria e dimostrazioni intorno alle macchie solari (Roma, 1613) pubblicata a cura dell’Accademia dei Lincei nel 1613. Galileo non fece mancare risposte alle affermazioni del tedesco sia nel Discorso delle comete (Firenze, 1619), pubblicato con la sola firma di Mario Guiducci (1584-1646) che nel Saggiatore (Roma, 1623). I toni fra i due scienziati rimasero nei limiti della cortesia, fino a quando nel 1630 lo Scheiner, che dal 1624 si era trasferito in Italia, non pubblicò la Rosa Ursina (Bracciano, 1630), una ponderosa summa del suo lavoro, nel quale attaccava duramente Galileo e ascriveva a sé la priorità della scoperta. Senza entrare nel merito della questione va sottolineato come il malanimo di Scheiner nei confronti di Galileo venga considerato da molti storici uno dei fattori che, fra gli altri, fece cadere lo scienziato pisano in disgrazia presso i Gesuiti e presso una parte influente della Curia romana.