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Lodovico delle Colombe

1565-?

Lodovico delle Colombe nacque nel 1565 a Firenze. Filosofo aristotelico e poeta, membro dell’Accademia fiorentina, il Delle Colombe è noto soprattutto per l’opposizione a Galileo, prima in campo fisico, su una questione di idrostatica, e successivamente in campo astronomico, in veste anticopernicana. Al ritorno dal viaggio a Roma del 1611, Galileo fu coinvolto in una discussione con due professori di Pisa sul galleggiamento del ghiaccio nell’acqua. Gli aristotelici individuavano nella forma una delle cause principali del galleggiamento dei corpi, mentre per Galileo, che seguiva Archimede, era la differenza tra i pesi specifici del corpo immerso e del liquido che lo sostiene a spiegare il fenomeno. La querelle portò lo scienziato pisano a scrivere un saggio dal titolo Discorso intorno alle cose che stanno in su l’acqua o che in quella si muovono (Firenze, 1612). Alla fine del 1612 il Delle Colombe pubblicò un Discorso apologetico d’intorno al Discorso di Galileo Galilei e nel 1613 Vincenzo Di Grazia, un altro fra i mille oppositori di Galileo, pubblicò le Considerazioni sopra ’l Discorso di Galileo Galilei. Entrambi gli scritti attaccavano le tesi galileiane fondandosi sulle proposizioni di Aristotele. Nel 1615, a firma di Benedetto Castelli, fu pubblicata la Risposta alle opposizioni del S. Lodovico delle Colombe e del S. Vincenzo di Grazia contro al Trattato del Sig. Galileo delle cose che stanno in su l’acqua. Il libro era stato, in realtà, scritto in buona parte da Galileo stesso. La disputa rivelò come per Galileo fosse fondamentale portare l’esame dei fenomeni fisici sul terreno della matematica, disciplina della quale si erano rivelati digiuni i membri della cosiddetta “Lega del Pippione”, soprannome coniato da Lodovico Cigoli per Lodovico delle Colombe e gli altri avversari del Discorso galileiano.

Il Delle Colombe fu poco tempo dopo l’organizzatore occulto di una manovra anticopernicana e istigò probabilmente i due frati domenicani Niccolò Lorini e Tommaso Caccini a inoltrare al Sant’Uffizio le due denunce formali contro Galileo, che sarebbero sfociate nel processo del 1616 culminato nella sospensione del De revolutionibus di Copernico e nella dichiarazione di falsità della teoria geocinetica. Le sue teorie cosmologiche, basate prevalentemente su fonti scritturali e raccolte nell’opuscolo Contro il moto della Terra, non furono però mai stampate e non ebbero più che una misera circolazione locale.