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3. Le dispute sulla paternità dell’invenzione

Il trattato fu pubblicato otto anni dopo la prima elaborazione del compasso. Una delle ragioni che spinsero Galileo a dare alle stampe le sue istruzioni era il pericolo di plagio che fin dal 1603 si era manifestato attraverso uno strumento quasi identico al suo portato a Padova dall'olandese Jan Eutel Zieckmesser. Nonostante ciò, otto mesi dopo la pubblicazione de Le operazioni… Baldassarre Capra ne pubblicò a Padova una versione rielaborata in latino, Usus et fabrica circini cuiusdam proportionis [II, 427-510], rivendicando la paternità dell'invenzione. Poco più tardi, in occasione della pubblicazione del Sidereus Nuncius nel 1610 [III, 51-96], la questione fu sollevata nuovamente da Giovanni Camillo Gloriosi che attribuiva agli olandesi sia l'invenzione del cannocchiale, sia quella del compasso di proporzione per la quale fece il nome del matematico Michel Coignet [X, 363]. In quello stesso anno, tuttavia, il tedesco Johann Faulhaber pubblicava un compasso di proporzione di cui riconosceva la paternità a Galileo in base ad alcune notizie fornitegli da Mathias Bernegger. E quest'ultimo, che probabilmente conosceva lo strumento attraverso l'esemplare donato da Galileo all'Arciduca d'Austria, avrebbe pubblicato tre anni dopo una traduzione latina del trattato di Galileo, aggiungendovi un'illustrazione del compasso e una descrizione sul modo di costruire le linee proporzionali.